Le lotte nella logistica e nel commercio al dettaglio

La situazione nei settori della logistica e del commercio al dettaglio sembra non migliorare affatto. Nella corsa agli acquisti di Natale c´è chi si preoccupa di non ricevere in tempo un CD acquistato tramite Amazon, altri pretendono che i centri commerciali restino aperti anche di domenica per lo shopping last minute, e intanto c´è chi deve pensare al proprio posto di lavoro e ad arrivare a fine mese.
Riportiamo di seguito un articolo sulle proteste nei settori della logistica e della grande distribuzione, in cui si ravvisano molti punti di contatto tra le proteste e gli attacchi ai lavoratori in Italia e in Germania.

La sete di profitto, in Italia, Spagna, Francia, Germania, come in tutti gli altri paesi, ci mostra infatti come le conseguenze di questa sete ricadano sui lavoratori negli stessi modi: ristrutturazioni, tagli, peggioramento delle condizioni di lavoro, mancati pagamenti delle ore di straordinario, contratti a termine, stagionali e tramite societá di somministrazione del lavoro, ecc. Le mobilitazioni nei settori della logistica e della grande distribuzione aumentano in Italia cosí come in Germania e allo stesso tempo aumentano le ritorsioni da parte delle aziende e il loro rifiuto di sedersi ad un tavolo delle trattative con i lavoratori e i loro rappresentanti sindacali.

In Germania ad esempio ci sono 8 centri Amazon, dove c´é il maggior numero di lavoratori temporanei, Abbiamo riportato piú volte delle loro proteste e di quelle simili di Neupack, Karstadt e delle catene di supermercati Netto, Kaufland e Real. Tutte hanno un comun denominatore: bassi salari e poche assunzioni dirette.

La lotta dei lavoratori di Amazon in corso é coordinata dal sindacato Ver.di, che ha incontrato il 12. dicembre il presidente della DGB, la Confederazione dei Sindacati Tedeschi, per discutere delle forme contrattuali e dei salari. Amazon ha dichiarato di non voler sedere al tavolo delle trattative con il sindacato Ver.di e di voler comunicare direttamente con i lavoratori. Sarebbe interessante ascoltare quello ha da dirgli, visto che

  • é aumentata la pressione sui lavoratori da quando Amazon si è impegnata a garantire le forniture entro le 24 ore. Quando un cliente fa un ordine infatti viene deciso tramite la rete informatica che collega tutti i magazzini quale centro se lo assume, tenendo conto della disponibilità, dei tempi, della capacità dei singoli magazzini, ecc.
  • lo scorso inverno i salariati temporanei di Amazon, assunti prima delle feste natalizie, oltre a non beneficiare delle normali indennità (per straordinari e lavoro festivo), erano pagati un euro meno di quanto promesso.
  • la Amazon continua a non dare risposte precise (e quindi a non assumersi le proprie responsabilitá) riguardi i maltrattamenti ai danni di alcuni lavoratori per opera di alcune guardie di una società di sicurezza, che si dice sia legata a gruppi nazisti. La scoietá si è limitata a sciogliere il contratto con questa società.

Gli scioperi di Amazon, Karstadt, ecc. rivelano un attacco sempre più forte contro i lavoratori (esempio: è Natale, il mio profitto può e deve aumentare, ti impongo di lavorare senza indennità o pagandoti straordinari, se protesti ci sarà qualcun´altro disposto a lavorare al posto tuo). Tanti lavoratori, molti provenienti dalla disoccupazione di lungo termine e beneficiari di Hartz IV, vengono assunti con contratti stagionali, per lavori poco o per nulla qualificati e attraverso agenzie e centri per l’impiego.

Questo è il volto che rivela oggi la Germania, é la Germania dei poveri, della deregolamentazione sul piano dei salari e dei contratti (sappiamo infatti che qui non esiste il salario minimo per legge, ma è determinato e riconosciuto sindacalmente in base al tipo di lavoro svolto), il paese-figlio delle riforme di Schröder varate dal 1998 al 2005, delle differenze tra i lavoratori assunti e ben pagati da una parte e la massa di precari, soprattutto nei settori della logistica, delle spedizioni, della GDO dall´altra, che hanno salari bassi e contratti precari, con tagli retributivi su straordinari e giorni di malattia, è la Germania del debole potere sindacale e delle ancora più deboli partecipazioni alle lotte.

 

Di seguito invece riportiamo la traduzione di un articolo sullo sfruttamento dei fattorini in Germania, tratto dal quotidiano Die Zeit dell´8. Dicembre, in originale qui http://www.zeit.de/2013/50/dhl-paketboten/seite-1

5 tonnellate al giorno _ I fattorini sollevano frigoriferi e materassi, libri e scarpe: finora non si era mai raggiunto un numero cosí alto di ordini e spedizioni. Ma per spedire i pacchi di DHL vengono sfruttati i fattorini.

Ore 10:00 del mattino, 0 gradini, 220 consegne _ Il fattorino parcheggia sempre in seconda fila. “bisogna fare attenzione e trovare le scorciatoie”, dice Stefan Maier. Si ritira e va verso i pacchi. C´é una stufetta e un fornetto a microonde, un materasso, una TV a schermo piatto, una bici, pacchetti di natale e, come sempre, libri e vestiti. Lui afferra due pacchi con il logo Amazon, chiude la portiera e si avvia di corsa. Deve mantenere una velocitá costante, dice Meier, é la cosa piú importante, non esser mai lento, ma neanche troppo svelto, “devo sopravvivere per tutto il giorno”.

Meier, 32 anni, lavora per la DHL, ma non é assunto direttamente, bensí attraverso una societá interninale. Non si nota peró perché Meier indossa la T-Shirt gialla con la scritta rossa della DHL e guida il camioncino della DHL. Lui é responsabile per 4.000 case distribuite in 11 strade in un quartiere particolare di Berlino: strade in acciottolato, case di 5 piani, vecchie abitazioni senza ascensori, accessi interni e nascosti dai cortili, spesso non ristrutturati. Escremmenti di cane per strada. A novembre la DHL/Deutsche Post ha consegnato 5 milioni di pacchi. Adesso, prima di Natale, sono giá 8 milioni. Cosí tanti come mai fino ad ora. “Perché la gente ordina cosí tante cose? Ah! Comodi! Non ci pensano a tutto quel che c´é dietro”, dice Meier.

Arrivato a destinazione (Meier) suona al citofono senza vedere “che il signor Baldic abita all´ultimo piano”. Aspetta. “La fretta non porta a nulla”. Al secondo squillo del citofono si apre la porta. “I pacchetti di Amazon non sono pesanti, ma devo correre fin su al 5° piano e questo mi stanca. Meier fa gli scalini ansimando, il suo corpo, piccolo ma forte, sembra una freccia. Alla porta c´é un uomo in T-Shirt bianca che sogghigna: “Un pó di moto eh?”. Meier sorride, scannerizza il pacchetto, fa firmare sul display e augura una buona giornata. Scendendo dice tra sé: “mi faccio dai 400 ai 500 metri ogni volta, é come salire verso l´Empire State Building una volta al giorno”.

La parola che ripete ogni volta dopo aver detto “C´é un pacco per Lei” é: cliente. “Penso sempre dal punto di vista del cliente, sono sempre orientato verso il cliente”. Resta gentile Meier, anche dopo molte lamentele dei clienti, che non hanno ricevuto i loro pacchetti altre volte oppure li devono ritirare per i loro vicini.

Ore 10:30, 340 scalini, 212 consegne _ Il gruppo Die Deutsche Post / DHL é il piú grande del mondo nella logistica. Quest´anno ha raggiunto un fatturato pari a quasi 3 miliardi di Euro. Il capo di questo gruppo é Frank Appel, definito il piú importante “Wachstumstreiber” (da Wachstum: crescita e Treiber: battitore, driver)

e lui dal suo canto vuole che si facciano piú spedizioni. Il pacchi devono essere consegnati piú velocemente, magari il giorno stesso, veloci come lettere, promette Appel. Su questo boom delle spedizioni influisce anche il fatto che, coloro che premono sui costi sono quelli che fanno fare le spedizioni: Zalando paga 2 Euro a pacco. Questi costi non potrebbero essere sostenuti da chi effettua le consegne. Le Poste spingono i costi sempre piú giú fino ad arrivare al fattorino Meier.
Ogni mattina Meier incontra gli altri fattorini, gli autocarri hanno scaricato i pacchi durante la notte in container giganti, i magazzinieri li hanno preparati al mattino per la spedizione. E poi arriva Meier, che cerca i suoi pacchi e si organizza per il trasporto. Tutto questo dura circa due ore. In questo lasso di tempo Meier peró NON guadagna e neanche la sera quando torna con i pacchi non consegnati. Meier guadagna solo quando consegna pacchi. Riceve 50 centesimi a pacco. Se non c´é nessuno a ritirare il pacco Meier non percepisce nulla.
Il suo orario di lavoro va dalle 7:30 alle 19:30 (12 ore) e lui lavora 6 giorni a settimana. Se va bene guadagna 1.500 euro netti, altrimenti 1.000 euro. Se va bene o male dipende da quanti pacchi riesce a consegnare.

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