I lavoratori della funzione pubblica in Portogallo sono oggi in sciopero contro i tagli ai salari, contro i licenziamenti che il Governo vuole realizzare, contro l’aumento dell’orario di lavoro fino ai livelli del settore privato e contro i tagli al Welfare che andranno a mettere a rischio il funzionamento del Servizio Sanitario Nazionale e della Scuola Pubblica.
CGTP e UGT, le due centrali sindacali, si sono unite in questo sciopero che sta avendo una grande adesione. Ana Avoila (coordinatrice del Frente Comum della Funzione Pubblica e membro della Direzione Politica del PCP) parla di una adesione del 100% nella raccolta dei rifiuti a Lisbona e tra il 70% e il 100% negli ospedali. “A livello nazionale, l’adesione è stata del 72,6%” ha detto Guadalupe Simoes del Sindacato degli Infermieri Portoghesi. Ci sono anche indicazioni di varie scuole primarie e secondarie che oggi non hanno aperto, mentre all’estero 11 consolati e 3 ambasciate, oltre alla delegazione portoghese alla NATO, sono rimaste chiuse.
[Di seguito traduciamo un intervento di Joana Lamas, redattrice di Rubra, sul valore e l’importanza dello sciopero come strumento della lotta di classe]
Un brindisi alla classe lavoratrice!
Da quando ho iniziato a lavorare, ho quasi sempre fatto sciopero e se, a volte, l’ho fatto da sola nel mio dipartimento, l’ho fatto sempre per principio, per orgoglio, anche solo per la maggior parte dei miei amici che sono precari, disoccupati o hanno dovuto emigrare.
Anche oggi, ovviamente, ho scioperato, ma oggi è stato speciale, un giorno molto buono: oggi, nel mio dipartimento, abbiamo scioperato tutti! Che felicità è agire collettivamente e con un obiettivo! Che forza si sente!
Lo sciopero è una forma di lotta che implica sforzo e costi per il lavoratore e, in quanto lotta, è come una guerra: funziona solo se c’è organizzazione ed unione delle “truppe”. Uno sciopero che veda i lavoratori uniti è sempre una vittoria. La lotta non è allegria, ma ogni vittoria sì, porta con se un’allegria profonda!
Noi lavoratori dobbiamo lottare, certo, ma dobbiamo lottare organizzati in ogni reparto, in ogni servizio, costituire commissioni di lavoratori laddove i sindacati si presentano solo nelle riunioni di concertazione; dobbiamo creare fondi per gli scioperi, reparto per reparto, e non solo lottare per lottare – non per questioni statistiche, nè per una dimostrazione sacrificale, nè per orgoglio (come tante volte ho fatto!), nè per dimostrare che i lavoratori sono insoddisfatti, no: è per vincere, è per ottenere ciò che vogliamo! Infatti non si tratta solo di aumentare i salari, ma di rovesciare coloro che sfruttano la nostra forza vitale! Si tratta esattamente di questo: dobbiamo lottare, ma per vincere definitivamente! Solo così ne vale la pena!
Lo sciopero non si riduce a un mero atto simbolico. Assunto che i lavoratori possano e debbano lottare per difendere i propri diritti già costituiti, nella lotta ci si forma naturalmente un’idea chiara di come dovrebbe funzionare il proprio settore, per esempio, i portuali hanno un’idea precisa di come il porto dovrebbe funzionare; i medici e gli infermieri sanno come deve funzionare un ospedale; la commissione dei lavoratori della RTP ha un’idea precisa di come funziona un servizio televisivo pubblico; la Lusa (agenzia di stampa, ndT) sa che cosa rivendicare per la qualità della stampa; i professori sanno bene come organizzare l’insegnamento affinchè la scuola funzioni; i lavoratori della Metro capiscono bene come una rete efficiente di trasporti pubblici è benefica per tutti; e via discorrendo. e poichè i lavoratori sono “specialisti” nel proprio settore, mantengono sempre un’idea di come dovrebbe essere la società in costruzione.
Lo sciopero è un diritto dei lavoratori. Non scioperare vuol dire non esercitare un diritto. Il diritto di non scioperare non esiste, è una menzogna creata allo scopo di manipolare le coscienze. Se, nella cabina elettorale, una persona ha il diritto di non votare, nello sciopero, nella lotta organizzata dei lavoratori, esiste solo l’esercizio di un potere. Tuttavia questa menzogna è sintomatica: una società che attacca gli astensionisti nel modo in cui li attacca e, allo stesso tempo, promuove i crumiri nel modo in cui li promuove, è una società con un alto deficit di partecipazione democratica.
Nel giorno dello sciopero della funzione pubblica, faccio qui un brindisi alla classe lavoratrice, con auguri di buona organizzazione, migliore solidarietà e belle vittorie!