Rivista “Zweite Hand”: licenziamenti e TFR negati

Pubblichiamo la traduzione di un articolo tratto dal giornale Taz, relativo alla casa editrice tedesca „Zweite Hand“ (seconda mano), dove i lavoratori stanno lottando per avere il loro trattamento di fine rapporto. Attacco al salario? No? Allora attacco al TFR! Molte aziende cercano ogni genere di escamotage per non pagare o pagare poco. In questo caso l´azienda Zweite Hand del Gruppo editoriale Tagesspiegel non ha suggerito di richiedere il sussidio Hartz IV come ha fatto la Daimler, non ha proposto il super-flessible 1-Euro-Job o il Minijob a € 450,- ma ha dimostrato di avere ancora piú creativitá: pur di non pagare i lavoratori quanto gli spetta, la Zweite hand ha infatti costituito la Transfergesellschaft (vedi di seguito) o “societá di trasferimento”, appoggiandosi quindi all´ufficio del lavoro e scaricando in questo modo tutto sulle spalle dei contribuenti.

 http://www.taz.de/Aus-fuer-die-Zweite-Hand/!125019/

Cacciati via

Per Zweite Hand é ormai la fine: la casa editrice che fa parte del gruppo editoriale Tagesspiegel chiuderà i battenti il 31. ottobre. Dei 20 lavoratori ne verranno licenziati 16, secondo quanto riferisce il sindacato. Oggi Ver.di invita tutti allo sciopero e chiede la partecipazione di tutti i mezzi di stampa, per sostenere questi lavoratori nella loro lotta attraverso un atto di solidarietà.

Temiamo che il comportamento adottato dalla dirigenza potrebbe essere un modello per futuri cambiamenti in seno a Tagesspiegel e Zitty” (un´altra casa editrice), ha dichiarato Jörg Reichel, il segretario del sindacato Ver.di. Lo scopo dello sciopero indetto da Ver.di è soprattutto quello di lottare per garantire subito il trattamento di fine rapporto.

Al momento la dirigenza si rifiuta infatti di voler pagare il TFR. Il presidente del Tagesspiegel Alfon Frese ha dichiarato al giornale Taz che i lavoratori licenziati saranno inseriti in una “società di trasferimento” (Transfergesellschaft – vedi Nota in basso). In questo modo i lavoratori potranno formarsi e/o frequentare corsi per un anno, così da qualificarsi per un nuovo rapporto di lavoro. “Posso capire i colleghi”, dice Frese. “Vogliono ciò che gli spetta, non la società di trasferimento”.

Per coloro che sono informati dei fatti tutto questo non rappresenta certo una sorpresa. Secondo il sindacato Ver.di la situazione economica del settimanale è infatti già da tempo oggetto di discussione. Ciononostante, ha criticato il sindacato, non ci sono stati seri sforzi da parte del Gruppo Tagesspiegel per trovare una soluzione. Frese ha inoltre aggiunto che gli errori “sono stati commessi nel corso di molti anni“, ad esempio si è investito molto tardi in una presenza online del giornale.

Che però ora ai dipendenti venga negato il trattamento di fine rapporto è per il sindacato uno “schiaffo in piena faccia“, come ha riportato in un´intervista Reichel. Con l’annuncio della loro intenzione di costituire una società di trasferimento, il Gruppo Holzbrinck, di cui fa parte Tagesspiegel, ha dimostrato di voler fare un vero e prorpiio saccheggio a spese dei contribuenti, questo perché una buona parte dei costi è coperta dall´Agenzia del lavoro (Arbeitsamt). Infatti il TFR potrebbe (e sicuramente lo è) molto costoso per l´azienda: molti dipendenti lavorano lí da piú di vent´anni.

Nel frattempo la casa editrice cerca di restare in piedi con quattro dipendenti. L´annuncio dell’imminente chiusura è arrivato da parte della dirigenza a fine settembre, in concomitanza con la notizia della pubblicazione del Bootshandel (NdT. giornale online di Tagesspiegel) ad opera di della casa editrice Zitty.

http://www.bootshandel-magazin.de

Il sindacato ritiene che dietro questo smantellamento del settimanale Zweite Hand ci sia il tentativo di vendere separatamente la rivista Bootshandel. Il sindacato teme più di tutto che il comportamento adottato per i dipendenti di Zweite Hand possa essere applicato anche ai colleghi di Tagesspiegel e di Zitty (…).

 

Transfergesellschaft – La Transgesellschaft o societá di trasferimento è uno “strumento” definito (indirettamente) nella legge § 110 SGB III (31. marzo 2012: § 216b SGB III a.F.). Le Transfergesellschaften perseguono lo scopo di creare concretamente per un massimo di 12 mesi strumenti atti a ottenere il prima possibile nuove occupazioni. I beneficiari sono i lavoratori che sono stati licenziati. Le societá di trasferimenti hanno inoltre lo scopo di comunicare a questi lavoratori nuove richieste di lavoro. L´inserimento in una societá di trasferimento non é obbligatorio per il lavoratore e viene concordato insieme all´ufficio del lavoro (Arbeitsamt).

 

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