Il governo portoghese esce sconfitto dalle urne: successo del PCP

[pubblichiamo l’analisi del voto amministrativo portoghese dell’Associazione di lotta contro la precarietà “Precarios Inflexiveis”]

La sconfitta della coalizione di governo nelle elezioni amministrative é stata colossale: rispetto alle amministrative del 2009 il PSD ha perso 432 mila voti, la CDS 20 mila voti e le amministrazioni dove correvano insieme hanno perso 158 mila voti. Il governo ha perso quindi più di 600 mila voti e la sua cacciata é un imperativo politico e sociale.

La risposta popolare di chi è andato alle urne é stata una punizione per i partiti di governo, che hanno subito una pesante sconfitta a livello nazionale e pesanti sconfitte locali. A parte la CDU (PCP più Verdi) e le candidature indipendenti, tutti i livelli di votazione sono crollati rispetto alle amministrative del 2009: PS è sceso da 2 milioni e 84 mila voti a 1 milione e 800 mila voti, il PSD da 1 milione e 270 mila a 832 mila, la CDS da 171 mila a 151 mia e il Bloco de Esquerda da 167 mila a 120 mila. La coalizione PSD-CDS, che concorreva in varie amministrazioni, é crollata da 537 mila a 379 mila. La CDU, invece, è salita da 539 mila a 553 mila, mentre gli indipendenti sono saliti da 225 mila a 344 mila.

Le conquiste proclamate dalla CDS, che ha vinto in 5 amministrazioni, si devono principlamente alla riorganizzazione amministrativa, avendo il partito visto i suoi voti crollare significativamente. Paulo Portas continua a comportarsi come un grande attore nella piéce che costituisce la sua vita, nello spettacolo televisivo nel quale la mistificazione della realtà é una costante irreversibile, cosa che gli ha permesso con una impunità ineguagliabile di trasformare sconfitte in vittorie. Ma in questi trucchi non può nascondere l’ecatombe sofferta dal governo, che ha perso più del 30% dell’elettorato nelle amministrative. La vittoria proclamata dal PS nasconda la realtà sui voti per il terzo partito della Troika: il PS ha perso più del 13% (circa 200 mila voti) del suo elettorato rispetto alle ultime amministrative.

Le elezioni di domenica scorsa hanno dato importanti risposte sul degrado totale del governo, così come sulla disaffezione crescente della popolazione per le urne: l’astensione è salita a più 655 mila persone che non si sono recate alle urne, arrivando ad un totale di 4 milioni e 499 mila astensionisti (il 47,41 % dell’elettorato). Anche le schede bianche sono cresciute considerevolmente, passando da 94900 a 193200, mentre le nulle sono passate da 69 mila a 147 mila. La disaffezione della popolazione verso la partecipazione alla vita politica, sia elettorale o in altre forme, é un effetto collaterale gravissimo della politica di austerità e del regime sociale imposto dalla cosiddetta Troika.

Il crollo del governo non é più una novità e così la Troika e Cavaco Silva continuano a tentare di resuscitarlo, affinché l’affondamento del paese sia ancora più completo. Le mobilitazioni che si avvicinano, particolarmente la marcia sopra i ponti della CGTP del 19 Ottobre e la manifestazione “Che se ne vada la Troika, non ci sono vicoli senza uscita” del 26 Ottobre saranno decisive per finirla col bilancio che sarà presentato dal governo e col governo stesso. Non siamo usciti dalla recessione, come ha detto Caraco Silva nello stupore di tutto il paese e in barba a tutte le statistiche nazionali ed europee, ma il segnale dato questa domenica, di rifiuto della Troika e dei troikisti e di esigenza di cambiamenti politici decisivi é stato inequivocabile. Il Governo deve andare a casa: Ottobre é il mese giusto per rovesciarlo!

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