Ritorniamo sullo sciopero della Neupack, azienda di imballaggi, riportando la traduzione di un articolo dello jungeWelt del 7.6.2013 dal titolo “Im Schneckentempo zur Einigung” (“A tempo di lumaca per un accordo”).
Il titolo è quanto mai rivelatore di una vertenza che sembra non trovare una soluzione giusta per i lavoratori. A fine ottobre 2012 iniziano nello stabilimento della Neupack le agitazioni e dal 1. novembre i veri e propri scioperi per la rivendicazione degli aumenti salariali oltre che dell’applicazione di contratti collettivi, contro la miriade di contratti precari previste dalle riforme del lavoro. I lavoratori tedeschi appaiono quanto mai sotto attacco dal punto di vista dei salari e vittima di campagne nazionaliste da parte dell’estrema destra.
Ci sono tre punti fondamentali che stanno caratterizzando questa lotta:
la deregolamentazione salariale-contrattuale e la differenziazione tra gli operai, acuita dall´atteggiamento padronale timoroso che gli operai di origine straniera rubino il lavoro a quelli tedeschi
l´interesse del NPD (partito di destra) che ha cercato di strumentalizzare la lotta con conseguente risposta dei lavoratori: “ce ne fottiamo della solidarietà nazionale”
la realtà dei fatti e cioè che l´attacco al lavoro, così come le rivendicazioni, gli effetti dello sfruttamento e dell´austerity ci sono dovunque…”anche” in Germania!
A tempo di lumaca per un accordo.
http://www.jungewelt.de/2013/06-07/046.php
Lo sciopero della Neupack si protrae da otto mesi. Al momento non si intravede però una fine. A fine maggio i sindacati hanno persino parlato di rivendicazione “a tempo di lumaca”; è di giovedì scorso la notizia che resterebbe “un piccolo passo” ancora da fare per poter raggiungere un accordo che riguarda circa 200 lavoratori.
C´è stata una vera e propria maratona di 14 ore di trattative, a cui avrebbero dovuto partecipare i lavoratori in sciopero. Lo scopo di questo invito era renderli partecipi delle trattative stesse, ma poiché gli accordi non erano ancora conclusi e si stava ancora discutendo, molti di loro sono stati invitati ad uscire, poco prima del loro turno delle 6 del mattino.
Il Consiglio di fabbrica (Betriebsrat) ed i rappresentanti dei familiari dei proprietari della Neupack, i Krüger, hanno negoziato circa 200 richieste. La IG BCE (Sindacato Industriale dell’industria mineraria, chimica e dell’energia) si è seduta al tavolo delle trattative, ma l’azienda si rifiuta ancora di parlare ufficialmente con il sindacato.
Secondo indiscrezioni devono essere chiariti solo “dettagli”, ma il sindacato non ha detto di quali dettagli si tratta. Uno dei lavoratori che ha partecipato agli scioperi ha dichiarato al giornale jungeWelt che non c´è stata ancora una punizione disciplinare per il presidente del consiglio di fabbrica Murat Günes e non dovrebbero esserci ripercussioni per gli altri operai che hanno incrociato le braccia.
I responsabili della Neupack hanno infatti accusato Günes di aver ferito qualcuno il primo giorno di sciopero: il sindacato vuole rimandare la risoluzione di questo fatto in un´aula di tribunale, piuttosto che ottenere la rinuncia di rinvio a giudizio attraverso uno sciopero.
Le trattative non riguarderebbero un accordo di settore né il contratto collettivo, ma mirerebbero più che altro a una sorta di accordo di tipo operativo. E questo fa una grande differenza: mentre il rispetto di un contratto collettivo è un fatto collettivo, avere un accordo operativo con ogni singolo collega comporta singole rivendicazioni.
E poiché il sindacato non è parte dell´accordo potrebbe esserci lo scioglimento del nuovo consiglio di fabbrica. I Krüger stanno facendo in modo che i membri del sindacato perdano la loro maggioranza (risicata) alle prossime elezioni del consiglio di fabbrica.
Gli scioperi indetti per dimostrare solidarietà ai lavoratori della Neupack hanno ricordato un elemento importante: la IG BCE ha spesso annunciato una rapida fine dello sciopero con conseguente risoluzione del problema.
“Ancora un piccolo passo”, è stato detto. In precedenza, ma ancora una volta in termini analoghi: “quasi tutto risolto”, “una svolta”, “contratti (realizzati entro) Pasqua” e “un passo in avanti”.
Ma i lavoratori in sciopero sono consapevoli che non ci sarà una fine rapida dei negoziati, dal momento che non è stata neanche fissata una data per le prossime trattative.
Dal 1 novembre 2012 al 23 gennaio 2013, il sindacato aveva organizzato uno sciopero totale che ha causato all’azienda ripercussioni finanziarie. Dal 24 gennaio c´è un cosiddetto flexi-sciopero, il che significa in pratica che il sindacato chiede solo pochi giorni al mese in sciopero, in modo che i colleghi lavorino quasi continuamente e diano l´esempio ai crumiri neoassunti. A causa della mancanza di pressioni economiche, la società non ha fretta di firmare nessun accordo di sorta.
Nella sede di Amburgo-Stellingen la partecipazione allo sciopero é rimasta alta negli ultimi mesi, con 50 colleghi scioperanti fissi. Nella sede di Rotenburg invece si è dimezzata e dieci lavoratori hanno trovato un altro impiego durante il periodo degli scioperi.
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per re. ve.
http://www.mirror.co.uk/news/uk-news/nigel-farage-barricaded-edinburgh-pub-1893393