[nei McDonald di tutto il mondo il menu è sempre lo stesso: sfruttamento dei lavoratori, repressione delle lotte, licenziamento dei sindacalisti. Nei McDonald di tutto il mondo, però, la lotta paga sempre! Di seguito una traduzione di un articolo de l’Humanité.]
Dopo 7 anni, il sindacalista Najib Sahraoui ha finalmente ottenuto i 180.000 dovuti come risarcimento per il suo licenziamento infondato.
Non si tratta di certo di giustizia veloce! Sono sette anni che Najib Sahraoui moltiplica i processi contro il suo vecchio datore di lavoro, il titolare di un franchising McDonald che gestisce ancora dieci ristoranti a Marsiglia con dieci società differenti. Najib vince tutti i processi ma deve sempre lottare per arrivare a far applicare le sentenze di fronte a un padrone che cerca sempre di cavarsela giocandosi il fattore tempo.
Ancora quindici giorni fa, sostenuto dalla CGT, Sahraoui era davanti al tribunale di commercio di Marsiglia, stavolta per costringere la società sodeblan a pagargli ciò che gli deve, cioè gli arretrati salariali, conseguentemente all’annullamento del suo licenziamento. L’udienza è stata di nuovo rinviata al 13 Agosto, su richiesta degli avvocati della difesa. Ma, fortunatamente per Najib Sahraoui, poiché il moltiplicarsi dei procedimenti e delle sentenze va sempre nella stessa direzione, la sua, i suoi sforzi hanno finalmente portato i loro frutti. La corte d’appello di Aix-en-Provence aveva condannato, il 25 Ottobre scorso, la società Sodeblan a reintegrare Najib Sahraoui e a versargli 180.000 euro di arretrati per tutti gli anni persi, sotto pena di ulteriori 80 euro per ogni giorno di ritardo nell’applicazione della sentenza. Alla fine l’imprenditore gli ha saldato quanto dovuto la settimana scorsa, non avendo alcun mezzo ulteriore per fare ricorso. Prima di quest’ultimo sviluppo, la Sodeblan, che gestisce il McDonald del quartiere della Blancarde – 4,2 milioni di euro di fatturato annuale, non si era mossa. I prelievi sul conto della società, autorizzati dal giudice, hanno permesso di recuperare solo 74.000 euro. Sorprendente per un fast-food che non è mai vuoto da anni.
“Come sindacalista, sono diventato l’uomo da abbattere”
Impiegato modello entrato in McDonald nel 1998, Najib Sahraoui aveva conosciuto prima della sua disavventura una carriera impeccabile, segnata da tre formazioni a Parigi che l’avevano portato da semplice membro dello staff a direttore del McDo della Blancarde, un quartiere a est di Marsiglia. Nel 2006 contesta il progetto di apertura 24 ore su 24 del ristorante che dirige, prende la tessera della CGT e viene eletto delegato del personale. Lo sciopero che segue contro quest’apertura non-stop non ha precedenti, sia per la mobilitazione dei lavoratori che per le ricadute mediatiche nella stampa locale. Questa mobilitazione è un crimine per l’imprenditore che, sei mesi più tardi, nel febbraio 2007, licenzia il lavoratore per “colpa grave”. Se il licenziamento è convalidato, all’inizio, dall’ispezione del lavoro, è in seguito sistematicamente annullato dal tribunale amministrativo e dalla corte amministrativa d’appello di Marsiglia, poi dal Consiglio di Stato in persona, che annulla l’autorizzazione al licenziamento. “Quando sono diventato sindacalista, sono diventato l’uomo da abbattere”, racconta Najib Sahraoui, 37 anni e padre di due bambini. “Dal mio licenziamento sono iniziati procedimenti su procedimenti, non vedevo mai la fine. Non ho trovato un lavoro decente e sono stato vittima di una profonda depressione. Ad oggi, non percepisco neanche l’ RSA (sussidio di disoccupazione, r.d.T.), poiché, dopo la sentenza di reintegro, il mio vecchio datore di lavoro mi ha pagato due mesi, e quindi ha bloccato i miei salari. Secondo la CAF devo sbrigarmela con lui, sono un suo dipendente. Io voglio rientrare in McDonald, mi trovavo bene, è solo con questo padrone che ho avuto dei problemi.” “Quando il sindacalismo si è installato in questo settore composto maggioritariamente di part-time, giovani e studenti, c’è stata un’irritazione da parte degli imprenditori. Il dossier di Najib Sahraoui risale a quel periodo là”, analizza Juliette Glodmann, avvocato del sindacalista. “Era un settore che non conosceva rivendicazioni sindacali, in particolare condotte attraverso lo sciopero. Con un procedimento così lungo e col rifiuto di applicare le decisioni della giustizia, dal momento che il contenzioso è passato in giudicato da molto tempo ormai, hanno fatto pagare al mio cliente il suo impegno sindacale”. La CGT delle Bouches-du-Rhône ha inoltre chiesto un incontro con la direzione di McDonald per trattare il rispetto dei diritti sindacali nei vari franchising. “Nel nostro dipartimento abbiamo una ventina di eletti rappresentanti del personale CGT che sono stati licenziati da titolari di franchising McDonald, ogni volta nell’assoluta impunità, anche se la giustizia amministrativa ha sempre dato ragione ai salariati. C’è un’ostilità nei confronti della CGT in questi contesti. Alcuni di questi lavoratori hanno accettato un risarcimento senza reintegro, mentre Najib vuole assolutamente essere reintegrato”, ricorda Charles Hoareau, responsabile CGT di Marsiglia centro, che stima in una sessantina i membri del sindacato licenziati dal 2006. Per noi è fuori questione permettere qualunque cosa con questi giovani precari, è per questo che siamo con loro nelle sedi giudiziarie per far valere i loro diritti. Noi ribadiamo che i lavoratori McDonald, quale che sia il titolare locale, hanno il diritto di iscriversi a un sindacato.” Con il suo avvocato Juliette Goldmann, Najib Sahraoui è riuscito a piegare il suo ex datore di lavoro, chiedendo al tribunale commerciale di constatare la situazione di cessazione dei pagamenti e di mettere la Sodeblan sotto controllo della giustizia, nominando eventualmente un amministratore giudiziario. Il suo vecchio padrone ha alla fine dovuto tirar fuori il libretto degli assegni e versargli i 106.000 euro che gli doveva ancora.